Pesaro e l'Esercito
A quanto ricordo, a Pesaro ci sono sempre stati i militari. Quando ero bambino era un "CAR", un "Centro Addestramento Reclute", e tantissimi amici sono stati caporali istruttori al "28° Pavia". Ma non si è sempre chiamato "28° Pavia", e non è stato sempre un Centro Addestramento Reclute. Il 28° Pavia, a Pesaro è arrivato nel 1958, quando è stato ricostituito ereditando labaro ed insegne di un battaglione che era stato annientato ad El Alamein combattendo con i parà della Folgore.
Io comincerei da più lontano... dal 1874, con un manifesto che non è di Pesaro ma di Urbino, e chiama alla leva per il Regno d'Italia dei giovani del 1854 che erano nati nello Stato della Chiesa:
A Pesaro era di stanza, fin dal XIX secolo, il 2° Reggimento Artiglieria, che aveva già avuto i suoi caduti per il Regno d'Italia. Tra i 18 ufficiali caduti nel Dicembre 1895 ad Amba Alagi, dove erano presenti quattro cannoni in tutto, uno era del "2° Artiglieria da Campagna". E ad Abba Carima altri due ufficiali di stanza a Pesaro erano caduti nel 1896. Sono ricordati in una cartolina postale stampata nel 1904 dalla pesarese Litografia Federici.
Da un po' di tempo cerco su internet le vecchie cartine di Pesaro. Mi interessa capire come si è evoluta la città nell'ultimo secolo. Abituato alle cartine di oggi, da un metro quadrato, trovarsi in mano una cartina del formato di una cartolina, fa sorridere.
E' interessante notare che nella prima, una cartina di Pesaro pubblicata in tedesco nel 1899, il mare di fatto non esiste. La zona mare non è edificata, e lo "stabilimento bagni" è indicato ma non riportato sulla cartina. Il pentagono formato dalle mura è ancora un riferimento. Ecco la piantina:
Passano 10 anni, e siamo nel 1909. La mappa diventa a colori, ed è anche questa volta stampata in Germania. Della zona mare sono tracciate le strade, ma le abitazioni sono pochine. Il mare non merita nessuna attenzione, tanto che sulla cartolina la spiaggia è sostituita da una vista d'insieme della città e dei sobborghi, dove troviamo elencate anche zone ora dimenticate, come il cimitero israelitico e la raffineria di zolfo.
Spostiamoci avanti di quindici anni. Siamo nel 1924, Mussolini è al governo da due anni, e due anni più tardi terrà proprio a Pesaro il "discorso della lira" che fu seguito da fatti concreti e che permise di mantenere il potere d'acquisto della nostra moneta che era stato fortemente minato da industriali e banchieri speculatori che avevano puntato sul ribasso e che fortunatamente persero quella battaglia. Il principale passaggio del "discorso della lira" fu inciso in Piazza Vittorio Emanuele (ora Piazza del Popolo) nella parte alta della facciata del Palazzo delle Poste.
Questa volta la cartina è italiana, del Touring Club, e la stampa è stata affidata a Vallardi di Milano. Il mare finalmente ha conquistato una sua visibilità. Le strade del mare sono tracciate, ma le case sono ancora pochissime. La Via Rossini andava dalla Piazza Vittorio Emanuele (ora Piazza del Popolo) fino all'attuale Strada Statale, e da quel punto fino allo "Stabilimento Balneario" prendeva il nome di Viale Rossini. Anche Via Castelfidardo andava da Corso XI Settembre fino all'attuale Strada Statale, per proseguire poi fino al "moletto" con la pomposa definizione di Viale Castelfidardo. Le strade del centro storico avevano molto spesso lo stesso nome di oggi, a parte Via San Francesco (che era Via Roma) e Via Diaz (che era Via Garibaldi). Mancavano (ovviamente!) Piazzale Matteotti (che era il Giardino Cialdini) e Via Gramsci (che era Via Palestro). Nella zona mare, invece, dei viali che portano al mare sono rimasti Viale Vaccai e Via Lanfranco, mentre Viale Castelfidardo è diventato Viale Zara e Viale Rossini è diventato Viale della Repubblica e poi Via Aldo Moro. Di Via Nathan e di Via Jaurés non c'è più traccia. Guardando gli edifici pubblici si vede che c'erano due galere, una a Rocca Costanza (carceri) ed una in Via Luca della Robbia (casa penale), il Palazzo di Giustizia era nell'attuale Via San Francesco (e c'è rimasto fino a pochissimi anni fa!), il Distretto Militare era in Via Passeri ed il Manicomio era in fondo al Corso. Insomma, tutto era come negli anni ottanta! La stazione ferroviaria, la caserma, l'Ospedale San Salvatore e l'Osservatorio Meteorologico sono ancora al loro posto. Solo la Banca d'Italia si è spostata in Via Rossini da Via Mazza (dove oggi ci sono quelle bruttissime case popolari progettate da Aymonino e che sembrano imbiancate da un alcoolista in piena attività). Dalla toponomastica sono spariti Viale Amedeo, Viale Margherita, Viale Umberto e Piazza Vittorio Emanuele.
Ecco la cartina in piccolo formato. Ma con un click sulla piantina è possibile visualizzarla in formato molto ingrandito.
Ed ecco lo stradario, pubblicato sul retro della cartolina:
Passiamo all'ultima cartina. E' del 1939. Pesaro non ha ancora subito l'onta del più famigerato dei sindaci (escluso l'attuale, che rappresenta forse il momento più basso della storia pesarese!), passato alla storia con il soprannome di "Ugo il Demolitore". Pesaro nel 1939 è una città che ha ancora i suoi monumenti storici, e la città, a misura d'uomo, si è estesa verso il mare!
Nel mio girovagare sulle "bancarelle virtuali", mi è capitato di trovare anche una cartolina del "Distretto", come lo chiamavano i pesaresi. E' il Distretto Militare di Pesaro, che era in Via Passeri di fianco alla Chiesa di San Giovanni, e la cartolina è stampata dalla pesarese Litografia Federici nel Settembre 1910 a "ricordo della chiamata delle Compagnie Costiere 22a e 23a", con lo stemma sabaudo e quello cittadino che vigilano su una Via Passeri con un'atmosfera quasi irreale. Già l'anno successivo immagino che l'atmosfera fosse molto diversa, visto che proprio un anno dopo, nel Settembre 1911, iniziò la Guerra di Libia. Adesso al posto del Distretto Militare c'è la libreria di San Giovanni.
Negli anni trenta a Pesaro c'era il 2° Reggimento d'Artiglieria, come ci ricorda questa cartolina militare, ancora una volta con lo stemma di Pesaro:
Nel 1942 alla Caserma Cialdini c'era la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Artiglieria, ed a ricordarcelo c'è questa cartolina spedita da Pesaro il 14 Marzo 1942 ed indirizzata ad una "Gentile Contessina". L'editore in questo caso non è un pesarese, ma Boeri di Roma. Ancora una volta troviamo la bandiera con lo stemma sabaudo assieme allo stemma cittadino, assieme ad una non troppo velata allusione a "libro e moschetto".
Sempre degli anni quaranta, ecco una cartolina "zona di guerra" spedita da un artigliere. L'indirizzo rende bene l'idea di quanto Pesaro fosse a quei tempi a misura d'uomo! L'indirizzo è: "Carlo Forlani - Pesaro", e nient'altro! Eppure è arrivata a destinazione!
A Pesaro era di stanza il II Reggimento Artiglieria da Campagna. Eccone una cartolina postale. E' "pesaresissima", visto che oltre allo stemma cittadino mostra anche la medusa:
Nel 1926 in Italia era stata fondata l'Opera Nazionale Balilla, che aveva preso il posto, per decreto, delle disciolte organizzazioni di scout.
Fellini, che abitava allora a pochi chilometri da Pesaro, ricorda così i Balilla nel suo celebre "Amarcord":
Nel 1937 l'Opera Nazionale Balilla divenne la GIL, la Gioventù Italiana del Littorio. E malgrado tutti i tentativi fatti dall'amministrazione locale per cambiare il nome alla sede, per ben oltre mezzo secolo i pesaresi continuarono a chiamare quella grande struttura sottomonte: "la Gioventù Italiana". Ecco la tessera rilasciata nel 1939 ad un Balilla di dieci anni:
Nel Novembre del 1945, da Roma decisero di imitare le strutture addestrative inglesi, e Pesaro divenne la sede del 6° CAR, uno degli undici Centri di Addestramento Reclute d'Italia che fu operativo dal Febbraio 1946. Questa è una cartolina che ricorda il 6° CAR, e la Caserma Del Monte è riconoscibilissima:
Nel Luglio 1958 tutti i CAR ricevettero numero e nome di reggimenti di fanteria disciolti scelti fra quelli con la Bandiera di Guerra decorata di Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Il 6° C.A.R. di Pesaro diventò quindi 28° Reggimento Fanteria "Pavia" (C.A.R.) ereditando colori e tradizioni dei "Verdi di Gorizia.
Il 28° era articolato su tre battaglioni, uno sempre a Pesaro, uno a Fano caserma Paolini ed uno a Falconara caserma Saracini più una compagnia in distaccamento ad Ancona nella caserma Villarey.
Con la ristrutturazione del 1975 il 28° Rgt.f. "Pavia" (C.A.R.) viene sciolto e resta in vita a Pesaro il 28° Battaglione fanteria "Pavia" quale battaglione addestramento reclute per la divisione meccanizzata "Folgore".
Attualmente il 28° è ritornato Reggimento ma ha assunto un assetto specialistico quale unità di "comunicazione operativa" alle dipendenze della Brigata di Artiglieria Terrestre. Questa è una cartolina del 28° "Pavia":
E si tratta di un'immagine carica di simbolismi... infatti il "capo d'oro" indica che la Bandiera del reggimento è decorata con la Medaglia d'Oro al Valor Militare concessa per la Campagna 1866, nel quartier franco (il piccolo quadratino nel capo d'oro) l'arme della città di Levico per ricordare la località dove si è svolto il combattimento.
Nel 1° quarto dello scudo la croce d'argento in campo rosso indica l'arme della città di Pavia da cui il reggimento prende nome.
Nel 2° quarto la croce d'oro in campo azzurro indica l'arme della città di Parma dove il reggimento ha avuto guranigione per lungo tempo.
Nel 3° quarto il "silfio di Cirenaica" in campo azzurro indica la partecipazione alla campagna in Africa Settentrionale durante il secondo conflitto.
Nel 4° quarto l'arme della città di Pesaro dove il reggimento si è ricostituito per trasformazione del 6° CAR.
Lo scudetto centrale infine è lo stemma del 6° CAR. Il motto è "ardeam dum luceam" che è traducibile con: "che arda, purchè risplenda!"
Ovviamente non è farina del mio sacco, ma di alcuni amici esperti di araldica militare.